Genere: Viaggi
n. pagine: 109
EAN:
ISBN: 9788899601.47.8
prezzo: € 11.00
Formato: Brossura – Copertina Morbida Lucida
Note biografiche
Fabio Strinati (San Severino Marche 1983) è un compositore, esperantista e compositore italiano.
Ha pubblicato anche poemetti, preghiere e aforismi. Debutta come poeta nel 2014 con il libro “Pensieri nello scrigno”. Nelle spighe di grano è il ritmo”.
Sue poesie sono state tradotte in rumeno, bosniaco, in spagnolo, in albanese, in francese, in inglese, in galiziano, in esperanto, in capalano ed in croato.
Con PALOMAR è alla sua prima pubblicazione.
Sinossi
“Non chiederci la parola…” soggiungeva un dolente e profetico Montale in quello che era stato il testamento poetico del Novecento letterario. Ed invece, oggi più che mai, proprio dall’obliata stirpe dei poeti che ci si attende quelle intrinseche verità e quelle irrinunciabili libertà che appaiono ormai conculcate, dimenticate, oltraggiate da questa nostra miseranda condizione di vita e dalla destrutturazione di ogni sensibilità, umana ed esistenziale.
E, allora, ben venga questa suggestiva silloge del nostro Autore, che, man mano, ci guida sapientemente in un inedita ed intima dimensione emozionale, ove i pensieri, i sentimenti ed i palpiti dell’animo vengono colti, rimediati, reinterpretati e restituiti ai lettori, pervasi da un incontenibile volontà di accompagnarli verso una riflessione esistenziale, dalla quale scorgere, anche solo per un istante impercettibile, la “parola salvifica”.
Da qui la scelta di un luogo ben preciso, plastico e vivido nella sua icasticità: la Valle d’Itria, metaforicamente rimediata nel solco di una tradizione pervicacemente novecentesca, in tutta la sua -a tratti inquietante- bellezza di terra del Sud. riarsa, accecata dal sole, colta nell’intima meraviglia delle stagioni che la tramutano di continuo, senza, però alterarne la più profonda autenticità.
Si rincorrono, dunque, quasi vorticosamente, scorci, voci, suoni… e ritornano le volpi, i pettirossi, il pascoliano assiolo… ad animare una terra brulicante, una natura vorace che diviene emblema imperituro dell’esistenza e del “canto libero” dell’Autore. E le città di Cisternino, Locorotondo, Ceglie Messapica… si trasfigurano in mirabile metafora poetica, che rende ascoso e affascinante, ai limiti del trasalimento cosmico, ciò che è vividamente reale: l’aria salubre, l’animo estivo, gli uliveti secolari. Il tutto in un mondo senza Storia, metafisico, deprivato del suo dipanarsi nel tempo, ma cionondimeno pulsante di luci, profumi, odori, in un turbinio di emozioni senza fine che giocano, rimbalzano, si rincorrono senza posa tra memoria e realtà, e trovano finalmente pace nel sogno smisurato -e salvifico- delle proprie amate radici.
( Estratto dalla prefazione della Prof.ssa Cosima Damiana de Gennaro e del dott. Antonio J. Palma)